lunedì 1 aprile 2013

Il Codice Genesi nella Torah (Primi 5 libri della Bibbia)

 
Il “Codice Genesi” (o Codice della Torah) è un codice che si sostiene sia stato intenzionalmente integrato nei testi della Bibbia, individuabile ricercando particolari sequenze di lettere equidistanti. Ad esempio, partendo da una lettera qualsiasi, possiamo prendere in considerazione solo le lettere n-esime nel testo, ovvero le lettere spaziate a intervalli regolari di n caratteri, esclusi gli spazi fra parole. Se si setaccia secondo tale schema un intero libro biblico, come la Genesi, il risultato è naturalmente una lunghissima successione di lettere. Cambiando la lettera iniziale e il parametro “n” si possono generare svariate successioni di questo tipo. Si immagini di avvolgere una simile serie di caratteri attorno ad un cilindro, in modo che esse possano essere tutte evidenti; quindi si appiattisca il cilindro per rivelare diverse file di lettere, con colonne di uguale lunghezza, eccetto forse l’ultima che potrebbe essere più corta di tutte le altre; infine ci si metta alla ricerca di nomi significativi in corrispondenza di date. Da notare che la ricerca attraverso disposizioni geometriche di lettere può essere effettuata orizzontalmente, verticalmente, diagonalmente, o secondo qualunque altro schema vogliate! Un gruppo di matematici israelliani ha fatto esattamente questo, ed essi sostengono di aver trovato moltissime corrispondenze quando si sono messi a cercare nomi in corrispondenza di date di nascita o morte. Doron Witztum, Eliyahu Rips e Yoav Rosenberg hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista scientifica Statistical Science (1994, vol.9, n.3, 429-438) col titolo “Equidistant Letter Sequences in the Book of Genesis”. Il commento del direttore editoriale della rivista fu:

“Quando gli autori hanno fatto ricorso ad un test di randomizzazione per verificare quanto raramemente le disposizioni trovate potrebbero prodursi per pura casualità hanno ottenuto un risultato altamente significativo, con probabilità p=0,0000016. I nostri revisori ne sono rimasti stupefatti: le loro posizioni iniziali erano che il Libro della Genesi non potesse contenere riferimenti a personalità attuali, ma quando gli autori hanno compiuto ulteriori analisi e controlli l’effetto ha semplicemente mantenuto la sua validità.”




Ovvero, la probabilità di ottenere quegli stessi risultati era di sedici su un milione, o di uno su 62.500. Gli autori affermarono: “L’analisi per randomizzazione dimostra che l’effetto è significativo a livello di 0,00002 [e] che la affinità delle sequenze di lettere con significati corrispondenti nella Genesi non è dovuta solo al caso.” Harold Gans, ex criptologo al Dipartimento della Difesa USA, riprodusse lo studio degli israeliani e lo confermò nelle conclusioni. Witztun successivamente dichiarò che secondo i calcoli la probabilità di ottenere simili risultati per puro caso era di uno su quattro milioni. Tuttavia recentemente ha cambiato idea e la sua stima è passata a p=0,00000019 (ovvvero uno si 5,3 milioni). Jason Browning, scienziato creazionista, afferma che i primi cinque libri della Bibbia contengono disposizioni occulte di parole che sono state “matematicamente dimostrate impossibili da ottenere per puro caso.” Browning tuttavia non cita chi possa aver condotto i calcoli del caso per suo conto.

Ad ulteriore dimostrazione della attendibilità statistica dei loro risultati, gli isrealiani analizzarono la versione ebraica del Libro di Isaia e i primi 78.064 caratteri di una traduzione ebrea di Guerra e Pace di Tolstoy. Essi trovarono ancora numerosi nomi in stretta associazione a date di nascita o morte, ma i risultati furono statisticamente poco significativi (la versione della Genesi impiegata nel loro studio conteneva esattamente 78.064 caratteri).

E che può significare tutto questo? Per alcuni significa che le disposizioni di parole nella Genesi sarebbero intenzionali e che Dio stesso è l’autore primo del codice. Se è vero, il Libro di Isaia e qualunque altro testo biblico che non superi la prova delle sequenze di lettere dovrebbero essere ignorati d’ora in poi?? Dovremmo forse concludere che queste statistiche dimostrano la pretesa degli Ebrei di essere il popolo eletto di Dio, o che nessuno altro nome dovrebbe essere aggiunto alla lista delle persone importanti di Israele, a meno che non superi il test delle sequenze di lettere equidistanti? A meno che altre religioni non riproducano risultati statisticamente cos improbabili a partire dai propri testi, l’occultista dalle propensioni matematiche potrebbe anche considerarle delle imposture teologiche. Dovremmo forse dedicarci alla traduzione in ebraico di tutti i libri sacri di tutte le religioni per verificare quante personalità di spicco vi sono citate in codice? Molti semplicemente non hanno la minima idea di cosa pensare di simili sorprendenti giochi matematici.

Un computer può davvero leggere la mente di Dio?? Apparentemente sì, poiché secondo la teoria Dio avrebbe dettato nella sua lingua d’adozione (l’ebraico) un insieme di parole più o meno comprensibili, contenenti storie di creazione, diluvi, guerre fratricide, miracoli e altro ancora, compresi molti messaggi moraleggianti. Ma questo dio ebraico avrebbe scelto le proprie parole con cura, codificando nella Bibbia anche profezie e messaggi assolutamente di nessun valore religioso.

Molti non sono affatto particolarmente meravigliati. Alcuni “scienziati creazionisti” cristiani sostengono che il codice biblico sia la prova scientifica dell’esistenza di Dio. Se hanno ragione, dovrebbero tuttavia convertirsi al giudaismo. Doran Witztum non lo può fare, essendo già ebreo, ma ha portato il lavoro compiuto sulla Genesi ben oltre le idee dei suoi stessi colleghi. Alla televisione israeliana egli ha affermato che i nomi dei campi minori su una mappa di Auschwitz sembrano notevolmente vicini alla frase “in Auschwitz”. Le probabilità che ciò avvenga per caso sarebbero una su un milione. Alcuni suoi studenti hanno effettuato i calcoli e annunciano che il loro mentore si sbaglia per un valore 289.149! L’abilità matematica di Witztum potrà non essere all’altezza delle sue buone intenzioni, ma è arduo capire quali possano essere tali intenzioni. Dio voleva forse curiosamente svelare che i campi secondari di Auschwitz erano proprio ad Auschwitz??

Michael Drosnin e tutti gli appassionati del suo famoso libro, The Bible Code, sostengono che decodificare la Bibbia possa condurre alla rivelazione di profezie e profonde verità di importanza secolare, non tutte delle quali sono state già rivelate agli ebrei. Secondo Drosnin la Bibbia è il solo testo in cui simili frasi in codice vengono riconosciute in uno schema statisticamente significativo, e la probabilità che tutto ciò sia frutto di casualità è inverosimile. Ricorrendo all’analisi delle sequenze di lettere equidistanti, Drosnin ci fa notare che l’assassinio di Rabin era predetto nella Bibbia, insieme a quelli di Sadat e di Kennedy. Alla fine qualcuno ha trovato un utilizzo veramente utile per i computer: compiere analisi sequenziali di lettere nei testi biblici, alla ricerca di messaggi secolari occulti. Nostro Signore doveva decisamente apprezzare l’enigmistica!

Ma non tutti concordano con l’ipotesi di Drosnin, come Harold Gans, il crittologo del Dipartimento della Difesa americano, ormai in pensione, che appoggiò il lavoro di Witztum, Rips a Rosenberg. Gans ha pubblicato una dichiarazione in merito a The Bible Code e altri libri del genere. Ne riportiamo un estratto qui di seguito:

“Nel libro si sostiene che i codici della Torah siano utilizzabili per predire il futuro. Ciò è assolutamente infondato. Non vi è alcuna base scientifica o matematica a sostegno di una simile affermazione, e il ragionamento seguito per giungere a una conclusione del genere nel libro è chiaramente in errore. Se è vero che certi eventi storici sono stati dimostrabilmente codificati nella Genesi in vari schemi, non è invece assolutamente vero che ogni configurazione del genere di parole “codificate” rappresenti necessariamente un potenziale fatto storico. Di fatti è vero esattamente l’opposto: la maggiorparte di tali configurazioni saranno piuttosto casuali e si incontreranno in qualunque testo di sufficiente lunghezza. Il Sig.Drosnin sostiene che la “sua” predizione dell’assassinio del primo ministro Rabin sia una “prova” che col Codice Genesi si possa prevedere il futuro. Ma un solo successo, non importa quanto spettacolare, o anche altre fortunate predizioni del genere, non dimostrano assolutamente niente a meno che non siano proposte e valutate in condizioni attentamente controllate. Ogni scienziato che si rispetti sa che le evidenze aneddotiche non sono mai prova di niente. ”


Il Prof. Menachem Cohen, noto studioso della Bibbia alla Università Bar-Ilan, ha criticato Witztum e gli altri su due punti fondamentali: 1) ci sono varie altre versioni ebraiche della Genesi per le quali l’analisi di sequenze di caratteri non ha prodotto alcun risultato statisticamente significativo; 2) gli appellativi dati ai grandi di Israele erano incoerenti ed arbitrari. Il professore compie delle buone osservazioni, ma magari questo prova solo che la versione Koren della Genesi è proprio quella giusta, e che gli appellativi rilevati sono quelli più giusti per le personalità importanti nella storia di Israele.

Altri critici, come Brendan McKay, hanno condotto in proprio l’analisi di Guerra e Pace, ottenendo risultati notevolmente differenti da quelli di Witztum et al. Molti comunque hanno fatto poco più che riutilizzare l’analisi sequenziale per individuare nomi, date ed altro in vari libri della Bibbia, il che, come è noto anche al più scarso degli esperti in statistica, non ha assolutamente rilevanza. Ad ogni modo Drosnin sembrava chiedere un controllo di quel tipo quando dichiarò: “Quando i miei critici troveranno un messaggio sull’assassinio di Kennedy criptato in Moby Dick, allora gli crederò.” McKay prontamente tirò fuori un’analisi sequenziale del testo di Moby Dick, predicendo non solo l’attentato a Indira Ghandi, ma anche quelli di Martin Luther King, John F. Kennedy, Abramo Lincoln ed Yitzhak Rabin, assieme alla fine della Principessa Diana. Il matematico David Thomas ha compiuto un’analisi sequenziale del testo della Genesi, trovando le parole code (codice) e bogus (falso) in prossimità reciproca non una, bensì sessanta volte! Quante sarebbero le probabilità di una cosa del genere? Significa dunque che Dio ha criptato nel testo un codice per rivelarci che non vi è alcun codice? Le vie del Signore sono davvero misteriose…

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